La celebre “villa sul tetto” di Jastrzębie-Zdrój: storia, scandalo e demolizione

 In Rassegna Stampa

La “villa sul tetto” di Jastrzębie-Zdrój, nota anche come “penthouse”, “narośl betonowa” (escrescenza di cemento) o “incubo architettonico”, rappresenta uno degli esempi più eclatanti e discussi di samowola budowlana (abusivismo edilizio) nella Polonia post-comunista. Costruita negli anni ’90 da Jerzy Godlewski, un investigatore privato originario della città e residente ad Amburgo, la villa fu edificata senza permessi, direttamente sul tetto di un blocco residenziale in via Północna, diventando un simbolo nazionale di illegalità edilizia e di cattivo gusto architettonico.

 

Origini e caratteristiche della villa abusiva

La costruzione della villa iniziò circa trent’anni fa, in un periodo di grandi cambiamenti economici e legislativi in Polonia, quando le regole edilizie venivano spesso aggirate. Godlewski, di formazione ingegnere edile, progettò un’abitazione di circa 1000 metri quadrati, dotata di piscina, acquario, giardino e persino un eliporto. L’investimento, secondo le sue stesse dichiarazioni, superò diversi milioni di złoty.

L’edificio, però, fu realizzato senza alcun permesso e in totale violazione delle normative urbanistiche. Per questo motivo, la villa divenne oggetto di numerose critiche e soprannomi dispregiativi. Questo sia per l’impatto visivo che per il rischio strutturale sia rappresentava per il condominio sottostante. Nonostante ciò, la costruzione divenne una sorta di attrazione locale e nazionale, simbolo delle “stranezze” architettoniche nate durante la transizione polacca degli anni ’90.

 

Decisione di demolizione e motivazioni

Negli ultimi anni, la situazione della villa è diventata insostenibile. Oltre ai motivi estetici, il deterioramento della struttura minacciava la sicurezza dell’intero edificio. La Górnicza Spółdzielnia Budownictwa Mieszkaniowego, proprietaria del blocco, ha deciso di procedere con la demolizione parziale della villa, iniziando dai segmenti non coperti e più pericolosi. Il costo stimato dei lavori supera i 3,2 milioni di złoty, e la demolizione totale richiederebbe fondi ancora maggiori, non disponibili per la cooperativa.

Durante i lavori, è stato necessario organizzare il trasferimento temporaneo degli abitanti del blocco, a dimostrazione della complessità e dell’impatto della demolizione. La decisione di rimuovere la villa è stata presa anche per evitare ulteriori rischi e per ripristinare la legalità nell’area.

 

La “villa sul tetto” come simbolo

La storia della villa di Jastrzębie-Zdrój riflette le problematiche dell’abusivismo edilizio in Polonia e la difficoltà di gestire le eredità architettoniche del periodo di transizione. Oggi, la demolizione della villa rappresenta non solo la fine di un’epoca di illegalità, ma anche un monito per il rispetto delle normative edilizie e urbanistiche. L’episodio continua a suscitare interesse mediatico e dibattito pubblico, diventando un caso di studio per urbanisti, architetti e amministratori locali.

 

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